Prevenzione

Prevenzione

La prevenzione è quella disciplina che si prefigge di evitare, impedire l’insorgenza di patologie.

Conoscendo le patologie che affligono il nostro organismo possiamo instaurare quei metodi comportamentali che favoriscono benessere e ci mantengono sani.

In ambito dentale conosciamo dei pilastri fondamentali, che se ben rispettati consentono di mantenere il cavo orale in condizioni ottimali e di limitare al minimo i danni provocati dal tempo e dai batteri.

Questi pilastri sono 4: igiene orale, alimentazione, fluoro e visite di controllo.

L’igiene orale è la rimozione della placca dalle superfici dentali tramite spazzolino e filo interdentale.

La placca è una matrice organica di origine batterica che si forma, in seguito alla normale alimentazione, adesa ai denti. E’ una sostanza biancastra e collosa che indurisce con il passare del tempo e può contenere milioni di batteri delle specie più diverse. Si forma nell’ambito delle 24/48 ore e più passa il tempo e più si organizza e aderisce al dente.

La placca è la principale responsabile di carie, tartaro e malattia parodontale.
Il tartaro stesso comincia con il deposito di sali minerali su di una matrice organica. Se vogliamo evitare la formazione del tartaro dobbiamo dapprima eliminare la placca su cui si forma.
La placca va rimossa da tutte le zone in cui normalmente si forma, ovvero i solchi occlusali ed il solco gengivale. Le superfici più lisce e bombate del dente spesso vengono naturalmente sfregate da lingua, labbra e guance e sono quindi normalmente substrati meno favorevoli alla formazione della placca.
La placca va rimossa accuratamente dopo ogni pasto, quindi 2/3 volte al giorno. Se riduco questa frequenza corro il rischio di avere una placca più”appiccicata” ai denti e quindi più difficile da togliere. In altre parole aumento la probabilità di pulire meno bene la mia dentatura.
Lo spazzolino è il presidio fondamentale dell’igiene orale, deve essere piccolo, per poter raggiungere tutti i distretti del cavo orale, morbido per consentire alle setole di pulire il solco gengivale senza ledere l’attacco epiteliale e sintetico per evitare il proliferare di flore microbiche pericolose come succede sugli spazzolini di setole naturali.
Deve essere cambiato di frequente (una volta ogni due/tre mesi) e soprattutto deve essere usato con la tecnica giusta, altrimenti è inefficace.
La tecnica corretta prevede che venga inclinato di circa 45° rispetto l’asse lungo del dente e che le setole vengano infilate delicatamente nel solco gengivale (normalmente la sua profondità è di 1/1,5 mm. e in questo spazio spesso si forma la placca). Una volta appoggiate le setole è necessario eseguire una rotazione per consentire alla placca di essere staccata, non dimentichiamo che è una matrice collosa e appiccicosa, quando la placca è staccata dal dente all’ora si accompagna un movimento di rimozione verso la zona incisale (verso il basso per i superiori, verso l’alto per gli inferiori) per rimuoverla completamente e portarla via. Questo va fatto sia sulle superfici esterne (vestibolari) che su quelle interne (linguali) mentre le zone occlusali possono essere pulite più semplicemente con un movimento di va e vieni.
Uno spazzolamento di questo tipo richiede almeno 1 minuto/1 minuto e ½ per arcata.
Quando è presente una buona manualità uno spazzolino manuale può dare ottimi risultati, la ricerca però sembra aver dimostrato un miglior livello di igiene orale tramite l’utilizzo di spazzolini elettrici. In particolare negli ultimi anni il “Gold Standard” sembra essere stato raggiunto dagli spazzolini sonici, ovvero spazzolini che emettono un’onda sonica in grado di disgregare e ridurre la tensione superficiale della placca, facilitando l’azione meccanica delle setole e raggiungendo spazi particolarmente difficili.
Un ulteriore punto di forza di questi spazzolini è il timer integrato.
Un’alimentazione corretta, varia ed equilibrata è indispensabile per il benessere dell’intero organismo oltre che per la salute dei denti.

I batteri utilizzano gli zuccheri per alimentarsi, riprodursi ed in pochissimi istanti produrre acidi che demineralizzano, decalcificano e cariano lo smalto.

E’ determinante che l’assunzione di zuccheri sia sempre seguita dallo spazzolamento ed è altresì determinante che non avvenga di continuo con dolci, caramelle o alimenti zuccherati.
Quindi un’alimentazione corretta è un’alimentazione che limita il consumo di zuccheri.
Per spuntini fuori pasto sono da preferirsi alimenti come crakers, grissini o focacce a merendine, brioche o biscotti.
Una buona alimentazione è un’alimentazione ricca di frutta e di fibre che già con la loro consistenza, durante la masticazione, aiutano a rimuovere la placca dai denti.
Esistono in commercio svariati cibi senza zucchero ed in particolare vi sono chewingum con xylitolo utili quando dopo un pasto si è impossibilitati a spazzolarsi i denti.
Quando è possibile ricordiamoci che dobbiamo spazzolare i denti dopo ogni pasto (colazione, pranzo e cena).
Lo spazzolamento più importante è sicuramente quello serale. Durante la notte la salivazione diminuisce, così come i movimenti di lingua, guance e labbra, pertanto se abbiamo assunto zuccheri e non li rimuoviamo abbiamo un’intensa attività batterica che perdura tutta la notte.
Evitiamo assolutamente di bere, o far bere ai nostri bambini, bevande dolci come camomille zuccherate, miele od altri come caramelle, sciroppi etc. prima di coricarsi, se succede laviamo scrupolosamente tutti i denti ed utilizziamo dentifrici e/o collutori fluorati.
Ricordiamoci che non è tanto la quantità di zucchero ad essere dannosa quanto la frequenza con cui viene assunto ed il tempo di permanenza in bocca.
Qui di seguito una breve lista sugli alimenti cariogeni e non.
Alimenti che provocano carie:
Zucchero, caramelle, chewingum, miele, bevande zuccherate (aranciate, etc.) marmellata, biscotti, gelati, cioccolata, sciroppi, brioches, succhi di frutta, frutta secca.
Alimenti che non provocano carie:
Frutta, latte, formaggi, verdure, carne, pesce, tè, pane, riso, spaghetti, legumi, uova.
In ogni caso dopo ogni pasto, indipendentemente dagli alimenti consumati, spazzoliamo correttamente i denti ed usiamo il filo interdentale.
L’utilizzo del fluoro è di estrema importanza per la dentizione.

Il fluoro svolge 2 azioni distinte sull’organismo: una a livello topico ed una a livello sistemico.

Quella a livello topico avviene a tutte le età, il fluoro contenuto nei dentifrici e collutori (oltre a ridurre la carica batterica del cavo orale, aiuta a mantenere un ph meno acido e quindi meno favorevole ai batteri) si fissa sui denti irrobustendoli, rendendo la sostanza dentale più dura e resistente (l’idrossiapatite dei denti si trasforma in fluorapatite una sostanza minerale più tenace).

L’azione del fluoro a livello sistemico è invece di estrema importanza per gli individui dagli 0 ai 14-16 anni circa.

Il fluoro somministrato tramite gocce o compresse o semplicemente assunto tramite gli alimenti durante il periodo di formazione del dente e soprattutto della corona dentale contribuisce a creare una struttura più dura e mineralizzata, che durante tutta la vita sarà meno suscettibile a carie.

Il fluoro è quindi un potente alleato, ma va usato nel modo e soprattutto nei dosaggi corretti.

Un eccessiva assunzione di fluoro durante il periodo di formazione delle corone può portare ad un grave problema denominato, nei casi più eclatanti, fluorosi, ovvero la comparsa di uno smalto macchiato ed estremamente friabile per niente resistente agli attacchi dei batteri e anche difficile da sistemare.

Negli ultimi anni diversi alimenti hanno aumentato il loro contenuto di fluoro (l’acqua, il latte, il tè, il sale e tanti altri) per cui l’integrazione farmacologica di fluoro (tramite gocce o pastiglie) può essere non necessaria o addirittura dannosa.

In realtà è molto difficile sapere quanto fluoro viene assunto, per cui, per non perdere un valido e importante alleato, le indicazioni attuali sia per i neonati che per i bambini fino ai 10/12 anni sono quelle di somministrare il fluoro a dosaggi contenuti.

Si può ridurre la quantità di fluoro giornaliera oppure attenersi ai dosaggi delle case produttrici riducendone i giorni di somministrazione (per es. un giorno sì ed uno no, oppure un mese sì ed uno no).

Ulteriori indicazioni vengono fornite dai pediatri e per ulteriori dettagli vi sono le indicazioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).

Per un buon mantenimento della salute dentale è indispensabile eseguire dei controlli periodici dal dentista con una certa regolarità.
I controlli possono avvenire ogni 6/8 mesi ed arrivare anche ai 12 mesi, ma mai oltre.
Questa variabilità è determinata da un’insieme di fattori, tra cui l’età del Paziente, il suo controllo di placca e la presenza o meno di alcune tipologie di restauri (ponti o corone od altro ancora).
Controlli regolari possono consentire l’intervento precoce in patologie iniziali, oppure possono indurre a tenere sott’occhio l’evolvere o meno delle stesse.
I controlli mettono poi in evidenza la necessità di eseguire sedute di detartrasi ed igiene, evitando che il tartaro si formi in quantità e arrechi maggiori danni. Più il tartaro è abbondante e soprattutto più è di vecchia data più è difficile da togliere e per il Paziente è anche più fastidioso. Quando viene rimosso con regolarità è meno tenace e crea meno danni al parodonto.
Da caso a caso, durante i controlli si eseguono delle lastre endorali che spesso portano alla diagnosi di patologie o problemi del tutto inaspettati.
Quando si riesce ad intercettare le patologie sul nascere spesso le soluzioni sono più semplici, più veloci e meno costose, ma soprattutto è più contenuto il costo biologico che l’organismo va a pagare.
Quando invece le patologie sono di vecchia data, magari ormai estese, gli interventi terapeutici o riabilitativi sono più complessi, lunghi e indaginosi ed i costi, monetari e biologici, elevati.
Così come dopo un certo numero di chilometri portiamo la nostra auto in officina per un tagliando, anche la nostra bocca, che lavora ininterrottamente giorno dopo giorno, necessità di manutenzione.