Anatomia

Anatomia

Importanza di bocca e denti

La bocca è una parte anatomica fondamentale del nostro corpo. Attraverso la bocca, infatti, comunichiamo, mangiamo e beviamo: tutte azioni importantissime per la nostra vita personale e sociale.

I denti sono parte integrante del cavo orale e, dalla loro salute, dipende il benessere, non solo del nostro sorriso e della bocca, ma anche di tutto l’organismo.

Sono classificati per forma, funzione e posizione. Hanno caratteristiche peculiari che li rendono adatti al prezioso compito della masticazione, da cui dipende la digestione e l’assorbimento dei nutrienti che ci permettono di vivere e stare in salute.

Analizziamo da vicino i denti, esaminando la loro anatomia, le funzioni e la stretta correlazione che vi è tra la loro salute e il nostro organismo.

Classificazione dei denti

Quanti denti abbiamo? In un soggetto adulto, i denti sono 32.

La dentizione è un processo lungo, che inizia dopo qualche mese dalla nascita, e si evolve fino all’adolescenza, per concludersi in età adulta.

Si tratta di un processo soggettivo e, per questo motivo, non è possibile stabilire un calendario preciso per la caduta dei denti da latte e la comparsa di quelli definitivi. Tuttavia, possiamo stabilire che, in linea di massima, i denti decidui iniziano a cadere intorno a sei anni e vengono sostituiti dai definitivi entro i tredici anni.

I denti sono un retaggio della nostra storia e delle nostre origini, per questo, seppur modificati nel corso dell’evoluzione umana, continuano a conservare caratteristiche comuni a quelle di tutti gli animali carnivori.

Suddivisi in egual numero tra l’arcata superiore e inferiore, sono classificati in:

  • incisivi,
  • canini,
  • premolari,
  • molari.

Sono differenti tra loro per forma e funzione, ma non per la composizione interna.

  • I denti anteriori (incisivi), dalla forma squadrata, hanno la funzione di tagliare il cibo.
  • I canini, aguzzi, sono utili per strappare le parti più dure.
  • I premolari, con due cuspidi, hanno la funzione di lacerare e masticare il cibo.
  • I molari, che hanno una superficie con più cuspidi, triturano il cibo durante la masticazione.
Come sono fatti i denti

Come abbiamo visto, i denti differiscono tra loro in base alla funzione che essi svolgono durante la masticazione. La loro composizione, invece, è la stessa, tanto che possiamo tracciare un modello anatomico ben preciso, partendo dall’esterno, fino all’interno del dente.

La parte visibile del dente, la corona, sporge, come un “iceberg” dal tessuto osseo cui è ancorato dalla radice, protetta e avvolta dal tessuto molle delle gengive, denominato colletto. Il numero delle radici è variabile in base alla tipologia di dente.

La corona è la parte “variabile”, in quanto cambia la sua morfologia, e il numero delle cuspidi, in base al dente, alla sua funzione e posizione.

È ricoperta da una superficie molto dura e resistente, detta smalto dentale. Lo smalto è un tessuto mineralizzato, dal colore bianco-avorio, che ha la funzione di proteggere la parte più interna del dente.

Sotto lo smalto, vi è la dentina, che può essere definita come la struttura vera e propria del dente. Dal colore giallastro, essa è composta da canalicoli che collegano lo smalto alla polpa interna.

In corrispondenza della radice, la dentina è rivestita dal cemento, un tessuto che la “fissa” al tessuto gengivale e ne garantisce la stabilità.

Più in profondità, nella cosiddetta camera pulpare, vi è la polpa, composta dalle cellule che producono la dentina, da nervi e vasi sanguigni che irrorano la parte “viva” del dente. La polpa si estende fino alla radice e scorre nel canale radicolare.

Come abbiamo visto, il dente, dalla corona in giù, è protetto dalla gengiva che, oltre a mantenerlo stabile e fisso sull’osso, lo protegge aderendo alla superficie e impedendo l’insinuarsi dei batteri.

Il legamento parodontale collega il dente agli alveoli dentari, ovvero le cavità in cui la radice si innesta sull’osso. Ma, proprio come un ammortizzatore, le fibre del legamento sono elastiche e permettono ai denti di effettuare dei micromovimenti durante la masticazione, che li rendono più resistenti e performanti.

Funzioni degli elementi della bocca

I denti sono organi fondamentali per il nostro organismo e, la loro struttura complessa, al pari di un’opera ingegneristica, è predisposta per garantirne la funzione per tutta la vita e per proteggersi da traumi o infezioni batteriche.

Fatta eccezione per i casi estremi, infatti, i denti sono molto resistenti, capaci di strappare, lacerare e masticare alimenti molto duri.

Le gengive, e i linfonodi presenti nella polpa, hanno la funzione di proteggere il dente dalle infezioni batteriche, sia all’interno che all’esterno.

La saliva, inoltre, ha una precisa funzione antibatterica che mantiene neutro il pH di tutta la bocca.

Solo se non curati correttamente, i denti vengono affetti da patologie dovute alla proliferazione batterica all’interno del cavo orale.

Il Parodonto
E’ costituito dalla gengiva, dall’osso e dal legamento che unisce l’osso alla radice e che distinguiamo in 2 tipi: il legamento epiteliale, più superficiale e debole è il primo che troviamo nel solco gengivale ed il legamento connettivale, quello più resistente che con fibre disposte in varie direzioni è il vero responsabile della stabilità del dente nell’alveolo, ovvero nella sua sede all’interno dell’osso.
La gengiva può a sua volta essere divisa in più parti:
la gengiva libera, quella cheratinizzata e la mucosa che riveste anche l’interno delle guance, del palato ed il pavimento della lingua.
La mandibola si articola con il cranio come una leva di terzo genere con il fulcro in corrispondenza dell’articolazione.

L’articolazione tempora-mandibolare (ATM) è forse l’articolazione più complessa dell’intero organismo umano.

Attraverso 2 condili la mandibola si articola con il cranio nelle cavità glenoidee e tra le due superfici osse si interpone un disco articolare.

Vari muscoli e legamenti concorrono a determinare i movimenti dell’articolazione tra cui la rotazione, lo scivolamento e la traslazione, movimenti che hanno spesso come punto di partenza e guida una stretta connessione con le superfici dentali.

In odontoiatria con il termine “occlusione” s’intende il rapporto che i denti dell’arcata superiore (mascellare) contraggono con quelli dell’arcata inferiore (mandibola).

La presenza di tutti i denti nell’ambito di un normale sviluppo scheletrico e muscolare tende a creare dei contatti dentali di estrema importanza, sia per l’allineamento che per la masticazione stessa.

In una situazione normale questi rapporti sono codificati da un ingranaggio estremamente preciso, finalizzato a coordinare i movimenti dell’articolazione, nel complesso meccanismo della masticazione, e finalizzato a conferire stabilità alla mandibola, nelle situazioni di riposo.

L’occlusione è un capitolo estremamente vasto e complesso dell’odontoiatria e per eventuali approfondimenti si rimanda a testi specifici, ciò che è essenziale conoscere è che i contatti dentali, i rapporti che i denti contraggono tra di loro e quindi la loro posizione ed il loro allineamento sono determinanti per una corretta salute sia dei denti che dell’articolazione.

Denti storti o sovraffollati sono fattori predisponenti per la malattia parodontale.

Denti di un arcata che in chiusura non contattano con quelli dell’arcata antagonista alterano la funzione dei movimenti mandibolari.

Denti malposti che creano morsi incrociati predispongono a patologie articolari, che spesso si manifestano solo in età avanzata.

Denti estrusi od “allungati” possono generare interferenze durante i movimenti mandibolari e arrivare a causare digrignamento e bruxismo.

L’ortodonzia è quella branca che si prefigge di correggere le malposizioni dentali, i morsi incrociati e gli affollamenti ed è estremamente efficace tanto più gli atti terapeutici vengono svolti nella fase di sviluppo dell’individuo.

La ricostruttiva invece tende attraverso le otturazioni o la protesi (fissa o mobile) a ripristinare un corretto ingranaggio magari alterato dalla perdita di uno o più elementi.

La chirurgia, soprattutto quella estrattiva degli ottavi (denti del giudizio) tende a eliminare le pesanti interferenze, in lateralità, protrusione e retrusione che questi elementi spesso causano.

La corretta posizione dei denti nelle 2 arcate dovrebbe disegnare 2 importanti curve: quella di Wilson e quella di Spee.

Quando, per esempio, viene perso un elemento è necessario provvedere alla sua sostituzione per evitare lo spostamento dei denti vicini, ma anche degli antagonisti che, cercando un contatto, tendono ad estrudere alterando così le suddette curve.

Se ci si ritrova in una situazione di curve alterate è bene porsi l’obiettivo di ricrearle e non solo quello di sostituire un dente perso, anche se ciò spesso costringe a lavorare su più elementi e a complicare il piano di trattamento.